Touch me! Dove vedere e toccare gli animali in Sudafrica
Le possibilità di vedere gli animali selvatici in Sudafrica sono davvero tante, non solo durante i safari, a volte addirittura anche in città (come a Santa Lucia) o nel giardino del proprio lodge (come alla Manyoni Private Game Reserve). Ma nonostante le probabilità di incontro siano alte e nonostante il divertimento di cercarli tra gli arbusti della bushveld come in una caccia al tesoro, spesso quello che rimane più impresso nella memoria dei bambini è quella volta in cui hanno potuto toccarli.
Dal 2019 molti Centri di Recupero della fauna selvatica hanno recepito le linee guida del SATSA (organizzazione no profit Sudafricana che promuove un turismo etico e responsabile verso la fauna selvatica e le attività in cattività) che, per facilitare la reintroduzione in natura di animali feriti o scampati al bracconaggio, vieta l’interazione con l’uomo. Ma ci sono alcuni posti dove, con il dovuto rispetto e le necessarie cautele, questo è ancora parzialmente concesso. Ecco dunque dove vedere e toccare gli animali in Sudafrica:
GLI ELEFANTI
Vedere e toccare gli animali in Sudafrica rimarrà per sempre impresso nella memoria soprattutto se l’animale è il più grande mammifero terrestre del mondo!
Elephant Connections
Questo posto speciale si trova nella regione dello KwaZulu-Natal all’interno della Manyoni Private Game Reserve, una grande riserva privata scelta dal WWF per attuare l’ambizioso progetto di reintroduzione ed espansione del rinoceronte nero africano, drammaticamente in via di estinzione.
Qui gli elefanti, che vivono liberi nella savana, hanno imparato che ad un certo orario arriva una manciata di turisti con qualche regalino per loro. Non si avvicina un branco intero ma solo qualche esemplare, quelli che sono stati abituati a questa pratica. I ranger fanno avvicinare i pachidermi alla staccionata di sicurezza per l’incontro e a turno abbiamo la possibilità di dare loro qualche croccantino. Noi per l’occasione ci eravamo portati da casa un sacchetto di noccioline ma ci sono state assolutamente vietate: gli animali non possono rischiare la salute con cibo non controllato. Toccare questi grandi bestioni è stata una vera emozione. Hanno la pelle rugosa come carta vetrata e peli duri come chiodi, ma la ciccetta sotto la bocca è tenera e paffuta.
Ma quello che mi ha colpito di più di questi animali è stato il silenzio con cui sono arrivati nonostante la loro mole, la curiosità con cui si sono avvicinati a noi, tipica dei bambini, e la gentilezza con cui l’enorme pachiderma ha afferrato il cibo con la proboscide. Marianna invece è stata colpita dal loro sguardo: ciglia lunghissime e occhi colore rosso scuro… un po’ come quelli dei mostri, ma questi sono buoni eh!
La durata dell’esperienza è di circa 2 ore. Si arriva al Centro, che poi è una semplice tettoia con alcune panche improvvisate, vengono illustrate caratteristiche e curiosità sugli elefanti e fatto un piccolo briefing su come si svolgerà l’incontro. Dopodiché il ranger mescola un po’ il mangime ed in un battibaleno si palesano da non so dove un vecchio maschio ed una femmina. Si accarezzano velocemente e si scattano selfie a volontà. Quando termina il cibo gli animali lentamente si allontanano.
La pratica di nutrire gli animali selvatici non mi va particolarmente a genio (un po’ come lo shark feeding) ma considerando che la principale causa di morte degli elefanti anziani è la fame (hanno i denti troppo consumati per poter ancora mangiare rami, radici e corteccia) qualche croccantino mi sembra un compromesso accettabile!
Per maggiori informazioni visita il loro sito http://www.elephantconnections.co.za/
Altri posti dove si può vivere questa esperienza sono alla Manyeleti Private Game Reserve vicino al Kruger N.P. e a Elephant Whispers.
Elephant Whispers si trova vicino al Kruger nella cittadina di Hazyview. A differenza di Elephant Connections dove gli animali sono liberi, qui vivono legati alla catena e vengono liberati soltanto durante l’incontro. Sono elefanti addomesticati che arrivano sul luogo dell’appuntamento cavalcati dai muscher e dove anche il turista ha la possibilità di fare la passeggiata sul dorso dei pachidermi. Qui infatti hanno perso la loro natura di animali selvatici per trasformarsi in animali da lavoro, proprio una grande tristezza! Ecco perché in questo posto non ci siamo stati, non fa per noi! Ma se ti interessa qui puoi trovare maggiori informazioni https://www.elephantwhispers.co.za/
GLI IPPOPOTAMI
Vedere e toccare gli animali in Sudafrica sarà divertentissimo se si tratta di dare da mangiare all’animale più pericoloso della savana! Questi simpatici animaletti sono infatti la principale causa di incidenti mortali per l’uomo. Ecco perché bisogna tenersi alla larga da loro, ed ecco perché l’interazione con questi “esserini” è così speciale.
Hippo Jessica è una fattoria vicino a Hoedspruit dove i proprietari hanno allevato una cucciola di ippopotama strappata via alla madre dalla piena del fiume Sabie durante una tempesta. Qui è stata cresciuta libera ma grazie allo stretto contatto con i genitori adottivi ha imparato a non temere l’uomo e si avvicina alle persone come fosse un animale domestico. Poi i proprietari ne hanno fatto un business, ma questa è un’altra cosa.
Dopo la visione del filmato sulla storia di Jessica e il briefing su come si svolgerà l’attività, è ora dello spuntino. Le lanciamo (letteralmente!) un paio di fette di rapa nell’enorme bocca sbavezzosa in cambio di qualche viscida carezza. Le diamo anche il tè, non si sa mai che la merenda le vada di traverso, ma decliniamo l’invito a darle il bacetto…così è troppo! Quello che ci ha colpito di più dell’esperienza è stato vedere da vicino i suoi enormi denti, zanne lunghe mezzo metro! L’attività dura in totale poco meno di un paio d’ore.
Per conoscere la storia di Jessica e per maggiori informazioni visita https://www.jessicahippo.com/
I GHEPARDI
Vedere e toccare gli animali in Sudafrica rimarrà per sempre nel cuore se si tratta di bellissimi gattoni! I felini rappresentano infatti la categoria più ricercata e amata da grandi e piccini. Sono animali schivi, difficili da osservare in natura e l’interazione con questi micioni è un’esperienza indimenticabile. Emdoneni è una piccola fattoria nello KwaZulu-Natal dove, grazie all’amore per questa terra e i suoi animali, la proprietaria ha dato vita al Cheetah Project per il recupero e la reintroduzione in natura di questi eleganti e delicati felini. La passione e la dedizione alla causa hanno fatto crescere il Centro che ora è un punto di riferimento per il ripopolamento dei felini nei Parchi Naturali della regione. Poiché il Centro vive grazie all’autofinanziato e alle donazioni private, per raccogliere fondi è stato realizzato un Lodge molto bello ed un ristorante bar dove attendere l’inizio del tour.
Anche qui, dopo un breve briefing su come si svolgerà la visita, il ranger ci illustra le caratteristiche degli animali che vedremo e la storia del Centro che ospita varie specie di felini tra cui ghepardi, several, caracal e gatti selvatici. Gli animali che vengono mostrati ai turisti, rinchiusi in grandi gabbie per la nostra e la loro sicurezza, sono quelli che per varie ragioni non possono più essere reintrodotti in natura e pertanto vengono utilizzati per la riproduzione. I cuccioli destinati alla vita selvatica vengono tenuto lontani dalla vista dell’uomo affinché imparino a temerlo e a stargli alla larga. Viene insegnato loro come cacciare e come cavarsela da soli in natura. Vengono allenati a correre e a saltare e una volta pronti vengono liberati in posti segreti e alla sola presenza di ranger e veterinari. Mi ha molto stupito il Serval che è venuto a lisciare la pelliccia sulle nostre gambe e la guida ci ha spiegato che, grazie al loro carattere docile e socievole, un tempo erano tenuti come gatti domestici. L’animale che più mi ha colpito è stato il Caracal (la lince africana), capace di balzare in alto più di 2 metri per acciuffare il mezzo pollo della colazione. Invece mi ha fatto molta tristezza il Ghepardo. Lui voleva solo dormire ma la guida lo ha punzecchiato ripetutamente per permettere ai turisti di fare la foto. No comment!
Ai bambini sotto i 14 anni non è permesso entrare nel recinto dei ghepardi per questioni di sicurezza. Sono previsti due tour al giorno e in quello del pomeriggio si assiste al pasto. Sul sito del Cheetah Project è possibile vedere i filmati di alcuni rilasci nei Parchi e nelle Riserve della regione.
Per maggiori informazioni su Emdoneni Lodge with Cheetah Project visita il loro sito https://www.emdonenilodge.com/cat-rehabilitation/
Presso l’Hoedspruit Endangered Species Centre fino a poco tempo fa c’era la possibilità di assistere al pasto dei ghepardi attraverso una piccola feritoia. Quando ho contattato il centro per prenotare l’attività mi hanno avvisato che era sospesa fino a data indefinita in quanto il recinto aveva bisogno di essere ristrutturato. Peccato, sarebbe stato bellissimo vederli schizzare mentre si allenano a rincorrere la preda. Ma se è per la loro salute va bene lo stesso. Ah, le foto che ancora circolano sul web di bambini che accarezzano il ghepardo traggono in inganno perché anche qui dal 2019 non è più ammessa l’interazione con gli animali.
L’unica attività al momento disponibile è la visita del centro con i ranger a bordo di jeep scoperte. Ma dopo aver visto gli animali in libertà, vederli chiusi in gabbie anche se grandi dà molta tristezza (e poi mi dava la sensazione di essere allo zoo-safari!) per cui abbiamo deciso di eliminare questa visita dal nostro programma. Per maggiori informazioni visita il loro sito https://hesc.co.za/
Per completezza d’informazione aggiungo che vicino a questo Centro ce n’è un altro, il Moholoholo Animal Rehabilitation Centre dove invece è possibile assistere al pasto degli avvoltoi. Per maggiori info http://www.moholoholo.co.za/
Se invece si hanno molti soldi a disposizione, si può soggiornare al Tshukudu Game Lodge che ha trovato e cresciuto due cuccioli di ghepardo e che ora vivono al Lodge come gatti domestici e accompagnano proprietari e turisti nelle passeggiate nel bush. Per maggiori info https://www.tshukudulodge.co.za/
I RETTILI
Vedere e toccare gli animali in Sudafrica è possibile, anche per i rettili. Ma se ci sono animali che proprio non mi vanno giù, questi sono i serpenti! Motivo per il quale ho sempre evitato i rettilari. Se questi esseri striscianti non vi spaventano allora potreste visitare il DumaZulu Lodge che al suo interno ha un allevamento di serpenti con possibilità di toccarli e “prenderli in braccio”. https://www.dumazulu.co.za/
Il bambino in foto qui sotto è un Rock Pyton fotografato al Kruger a debita distanza…nella sua pancia potrebbe starci una zebra intera!
SCIMPANZÈ
Un tempo vivevano in tutta l’Africa, oggi purtroppo si trovano liberi sono nella regione centrale del continente. Vicino a Nelspruit c’è lo Chimp Eden uno dei centri della famosa primatologa Jane Goodall per lo studio e la conservazione della specie. Lo segnalo se a qualcuno interessa, ma noi non ci siamo stati. Per maggiori info https://www.chimpeden.com/
L’incontro ravvicinato con l’uomo fa male agli animali?
Vedere e toccare gli animali in Sudafrica è un’esperienza emozionante ed indimenticabile per i nostri bambini ma, diciamocelo, l’incontro ravvicinato con l’uomo non è proprio l’ideale per un animale selvatico. Sono d’accordo sul fatto che dovremmo insegnare ai nostri cuccioli a “guardare e non toccare” ma a volte ci sono animali che per varie ragioni non possono essere rimessi in libertà e farli diventare portavoce nelle nuove generazioni dei pericoli del bracconaggio e dei disastri del cambiamento climatico, trovo che non sia così sbagliato e comunque non da condannare a priori. Ed è il motivo per cui abbiamo visitato questi centri.
Il problema grave è che nel sud dell’Africa ci sono luoghi dove l’etica è stata cancellata dal Dio denaro. Luoghi dove, pagando e spesso non poco, è concesso allattare, giocare e passeggiare con i leoncini o con altri cuccioli al solo scopo di abituare le bestiole alla vista dell’uomo e a non riconoscerlo come una minaccia. In questo modo, quando da adulti verranno rilasciati nelle riserve di caccia grossa, il cacciatore sarà in grado di sparare e colpire l’animale senza troppa difficoltà. Il tutto per il solo gusto di uccidere e portare a casa la testa del leone come trofeo! Questa pratica, nota come Canned Hunting, è così crudele e disumana che è difficile credere che ci sia ancora qualcuno al mondo che lo fa. Fortunatamente nel 2021 è stata emanata la legge che vieta l’allevamento di leoni in cattività, sia per scopi venatori che per motivi turistici, ma purtroppo, con le dovute licenze, cacciare gli esemplari selvatici in Sudafrica è ancora legale.
Per chi volesse approfondire l’argomento consiglio di dare un’occhiata al sito di https://www.eticoscienza.it/ o quello ufficiale http://www.cannedlion.org/
Buon Sudafrica a tutti!!