Lanzarote, l’isola dei vulcani
I vulcani sono il simbolo inconfondibile dell’isola, la sua origine, la sua storia, la sua vita. Tra coni piccoli e grandi se ne contano circa 140! Ma tranquilli, oggi sono tutti a riposo e l’attività vulcanica si limita a qualche occasionale fumarola.
I vulcani di Lanzarote
Il Parco di Timanfaya, che da solo ne conta ben 25, è sicuramente il modo migliore per godersi lo spettacolare panorama stando comodamente seduti. Infatti si visita esclusivamente a bordo dei bus che partono dal bar-ristorante “El Diablo” ogni 15/20 min. Il tour dura in tutto 35 min, c’è una voce registrata che spiega cosa stai guardando e l’autobus si ferma ogni tanto per permetterti di fare foto ma, per preservare l’integrità del luogo, non è consentito scendere. Per ammirare al meglio il pezzo forte del parco, la “Valle della Tranquillità”, consiglio di sedersi sul pullman sul lato opposto dell’autista.
Inoltre presso il bar-ristorante è possibile assistere gratuitamente allo spettacolo del fuoco (il ranger getta un po’ di paglia in un buco e questa prende subito fuoco) e dei gayser (il ranger mette un secchio d’acqua in un buco e subito dopo parte il getto di vapore). Gli spettacoli si ripetono in continuazione. Presso il ristorante è possibile vedere anche l’enorme grill dove i cuochi arrostiscono la carne semplicemente con il calore che proviene dal centro della terra. Alla faccia del barbecue!!!!
Se non si fa parte di un tour organizzato è vivamente consigliato andare all’apertura o dopo le 15 in quanto i pullman turistici hanno la precedenza e si rischia di dover aspettare ore in fila all’ingresso. Il parco è la principale attrazione dell’isola e come tale è sempre affollato. Ma nonostante ciò e nonostante il “forzato” tour in bus, il posto merita assolutamente di essere visto!!
Si può acquistare il biglietto per il parco direttamente all’ingresso oppure on-line qui
Un modo simpatico e divertente per visitare il parco e vivere un’esperienza alternativa è quello di fare un “Camel Tour” a bordo di simpatici e borbottanti dromedari sellati con seggiolini adatti per adulti e bambini. Il tour dura 25 min e non è necessaria la prenotazione.
E’ anche possibile fare un tour a piedi guidato dai ranger (per prenotazioni reservasparquesnacionales.es) che però noi non abbiamo fatto perché avevamo in programma il trekking in autonomia alla Caldera Blanca che si trova appeno fuori dal confine nord del parco.
Per capire meglio la geologia dell’isola è sicuramente interessante una sosta al Centro de Visitantes de Timanfaya. L’accesso al centro didattico è gratuito e si ha anche la possibilità, grazie ad una passerella sospesa di 200 m, di fare una passeggiata sul “Mare di lava”. Si tratta dei resti rocciosi dell’immensa colata lavica del Vulcano Timanfaya del 1730, la stessa che si attraversa percorrendo la strada LZ-67 che giunge qui. Lungo questa strada ci sono vari diavoletti simbolo del parco dove fare buffe foto ricordo.
Qui sotto trovi la mappa del parco che puoi scaricare in pdf, questo invece il link del Parco di Timanfaya.
I vulcani si possono ammirare comodamente dalla macchina o salirci in cima con un trekking. Noi lo abbiamo fatto e lo spettacolo è stato magico! Il panorama è fantastico, non c’è fotografia che minimamente si avvicini alla realtà. Ci ha entusiasmato così tanto che merita un post a parte! Puoi leggerlo qui…. Trekking sui vulcani di Lanzarote
L’entroterra vulcanico
L’attività vulcanica dell’isola ha generato, oltre ai vulcani stessi, alcuni altri particolari elementi geologici. Tra questi La Cueva de Los Verdes, un tunnel sotterraneo formatosi dopo l’eruzione del Vulcano La Corona. Mentre lo strato superficiale della lava in viaggio verso il mare si raffreddava e induriva, il magma incandescente all’interno continuava il suo percorso. Al termine dell’eruzione, quando la lava si esaurì, lasciò dietro di sé questo immenso tunnel, uno dei più estesi al mondo (ma la parte visitabile è lunga solo 1 km). La Cueva (grotta) veniva utilizzata già nel XVI sec dagli isolani che avevano bisogno di un nascondiglio per proteggersi dalle incursioni dei pirati provenienti dal nord Africa. Questa in particolare veniva utilizzata dalla famiglia Verde da cui prende il nome. Grazie alla sua speciale acustica occasionalmente si tengono concerti nella parte più bassa della grotta.
La visita è esclusivamente guidata e dura 45 min, i gruppi sono numerosi ma si riesce a seguire bene la spiegazione. Consiglio scarpe comode anche se non ci sono passaggi impegnativi e una felpina in quanto la temperatura interna è 18°-20°, sempre. Consiglio inoltre di andarci la mattina presto per evitare lunghe file sotto il sole.
Lungo i 6 km del tunnel di lava si contano circa 16 jameos (“buchi”, punti in cui la volta del tunnel è crollata). Quello più noto è il Jameos del Agua dove l’acqua del mare filtrando tra le rocce ha creato un piccolo lago popolato da minuscoli granchietti bianchi. La location è stata restaurata dal famoso Cesar Manrique che ha realizzato una caffetteria e una piscina, nel suo inconfondibile stile che si integra perfettamente con gli elementi naturali.
Il posto è senza dubbio particolare ma, secondo noi, il prezzo non vale il biglietto.
Non richiedono alcun ticket le prossime tre “chicche” geologiche.
La Rofera de Teseguite, che sulla mappa di Google compare come “Stratified City”, sono delle bizzarre formazioni rocciose generate dall’estroflessione di alcuni coni vulcanici e successivamente modellate dal vento. Le particolari striature cromatiche le rendono un set fotografico unico!
Si trovano lungo la LZ-404 e c’è un ampio parcheggio dove fermarsi.
Las Garietas (le crepe) sono profonde spaccature nella roccia vulcanica che creano piccoli canyon. Non ho trovato spiegazioni scientifiche sulla loro formazione ma credo che si siano formate con i movimenti tellurici generati dalle eruzioni vulcaniche. Anche qui i giochi di luce creano effetti così particolari che una sosta fotografica è d’obbligo. Sono sulla LZ-35 ma non sono facili da trovare perché non sono segnalate e non si vedono dalla strada. Fate attenzione alle macchine parcheggiate sul ciglio in mezzo al niente e avrete trovato il posto.
Infine suggerisco, se si percorre la LZ-34, una veloce sosta alla cava della Montaña Maneje. Si tratta di un gigantesco buco nero, un profondo scavo sul fianco del vulcano per l’estrazione di materiali piroclastici che permette di “osservare” l’interno di queste montagne. Inquietante! Lo sgrotto della montagna è facilmente avvistabile dalla strada, c’è un ampio parcheggio e poi 200 m a piedi.
10.000 sono i cactus presenti nel meraviglioso Jardin de Cactus. In questa terra arida riescono a sopravvivere solo le piante che non hanno bisogno di acqua e in questo giardino crescono rigogliose oltre 1.200 specie di cactus provenienti da ogni parte del globo. Le abbiamo toccate tutte e ci siamo punti più volte ma sono state una tentazione irresistibile. Non ci sono recinzioni intorno ai cactus e bisogna prestare attenzione ai bimbi piccoli. All’interno c’è anche un piccolo laghetto con ninfee e pesci rossi ed un mulino a vento.
Il giardino è circondato dalla più grande piantagione di cactus dell’isola dedicata alle colture di cocciniglia. Questo insettino, antipatico parassita sui nostri balconi, produce un pigmento rosso usato soprattutto in cucina come colorante alimentare (l’alchermes, il bitter…chi l’avrebbe mai detto!).
Sempre per rimanere in tema di “piante grasse” a Punta Mujeres è possibile visitare il museo e i campi per la coltivazione dell’Aloe vera.