Il nome evoca i tempi epici dei cavalieri medioevali ed Javier (il ragazzo falconiere) fa di tutto per mantenere vivo il mito della falconeria svelandoci alcuni aspetti misteriosi di questa pratica antichissima.
Non ci si deve aspettare un centro turistico, Javier accoglie i visitatori nel suo giardino, sotto un fresco gazebo, accanto ai suoi animali. Ed è proprio questo che rende l’esperienza unica: il contatto diretto con questi stupendi rapaci e la possibilità di interagire con loro in sicurezza (per bambini ed animali).
Il nostro pomeriggio inizia con la presentazione dei suoi animali e le storie che caratterizzano il passato di ognuno di loro. La Gufona cicciona proveniente da un sequestro giudiziario e troppo pesante per volare, Lancillotto il Falco Pellegrino chiacchierone che mangiava solo quaglie, Maya l’aquila americana con cui ha vinto numerose gare nazionali, il giovane Barbagianni che il National Geographic ha classificato come l’animale più “morbido” del mondo ecc… Dopo aver fatto conoscenza con “la squadra” ed averli accarezzati uno per uno, Javier ci racconta la storia della falconeria e ci mostra gli strumenti che si usavano in passato e quelli moderni per addestrare gli animali: dal cappuccio al geto ai campanelli. Poi si passa alla realizzazione del “braccialetto del falconiere” in cuoio, che abbiamo portato a casa come ricordo. E finalmente inizia la parte tanto attesa: far volare gli animali in filagna. Funziona così: Javier porta il rapace sul suo trespolo nel campo, gli lega la zampina ad un lungo filo che presenta un occhiello all’estremità opposta in cui scorre il cavo di tenuta (lo scopo è quello di non far volare via l’animale), ci fa indossare il guanto di cuoio, ci mette qualche pezzetto di cibo e…via che si volaaaaa!!!!