Salse Nirano Modena
EMILIA ROMAGNA,  ITALIA

Passeggiata tra i “Vulcani di Fango” del Parco Naturale delle Salse di Nirano

Adoro le gite fuori porta perchè sono viaggi in miniatura, soprattutto quelli, come oggi, che uniscono sana vita all’aria aperta a tante cose interessanti da scoprire e imparare. Il Parco Naturale delle Salse di Nirano è tutto questo!

LE ORIGINI DELLE SALSE

Questo Parco, chiamato da noi modenesi anche il “parco dei vulcanetti”, è speciale perché si possono vedere dei veri e proprio piccoli vulcani che borbottano ed eruttano. L’unica differenza è che non emettono lava calda ma fango freddo.

Le salse sono prodotte dalla risalita di acqua di origine marina mescolata ad idrocarburi, principalmente gassosi (metano) ed in piccola parte liquidi (petrolio) che, venendo in superficie attraverso faglie e fratture, stemperano le argille del terreno e danno origine alle tipiche formazioni vulcaniche a cono o a polla.

La forma a cono o a polla degli apparati di emissione dipende dalla densità della melma: se densa si hanno coni fino a qualche metro di altezza, se liquida si hanno le polle.

La morfologia delle salse è in continua evoluzione, con nuove bocche che si aprono e altre che cessano la loro attività.

La formazione dei coni è molto lenta e nello stesso tempo è esposta all’erosione causata dai fenomeni metereologici. Anche i “laghi” di fango e i rivoli possono variare in base al meteo in quanto la parte acquosa è soggetta ad evaporazione con il forte caldo estivo. Questo rende il parco diverso ogni volta che lo si visita.

Le Salse vengono considerate fenomeni “pseudovulcanici”, in quanto hanno caratteristiche simili ai vulcani, ma hanno origini completamente diverse, non essendo collegate al magma ed essendo assolutamente fredde.

Per chi vuole approfondire ecco una interessante lettura (©Comune di Fiorano), adatta però ai bimbi più grandicelli.

 

FLORA E FAUNA DELLE SALSE

Il nome “Salsa” deriva dall’alto contenuto di sale delle acque fangose, residuo di quel mare che occupava l’attuale Pianura Padana fino a 1 milione di anni fa. Il sale rende il terreno attorno ai piccoli vulcani particolarmente inospitale ed arido, tanto che le sole piante che possono sopravvivere qui sono le graminacee tipiche dei litorali costieri.

Ma basta spostarsi di qualche metro per ritrovare la vegetazione propria delle nostre colline e gli animali che la popolano.

DOVE VEDERE FENOMENI SIMILI

La Riserva Naturale Regionale delle Salse di Nirano, istituita nel 1982, ha lo scopo di tutelare questo particolare e complesso ecosistema. Si tratta di un fenomeno anche piuttosto raro, infatti per trovare un altro luogo simile in Italia occorre andare in Sicilia ad Aragona (Agrigento), mentre nel continente europeo lo ritroviamo solamente in Azerbaijan. Qui, a onor del vero, c’è la maggiore concentrazione al mondo di vulcani di fango, se ne contano oltre 400, circa un terzo dei vulcani di fango noti in tutto il mondo.

Salse Nirano Modena
Tramonto sui vulcani

CENTRI VISITATORI

Sono presenti due Centri Visitatori: Cà Rossa e Cà Tassi. Qui si svolgono i laboratori didattici, non solo di approfondimento sulla geologia delle salse, ma anche sulla natura che le circonda. Si organizzano infatti laboratori di manipolazione del fango, laboratori per la creazione di profumi con le erbe aromatiche, per l’osservazione degli insetti e tanto altro ancora. L’offerta formativa è rivolta non solo alle scuole ma anche ai privati come noi che vanno in “gita” la domenica.

Presso l’ecomuseo di Cà Rossa, inoltre, sono esposte antiche attrezzature agricole che raccontano tutte le difficoltà e le fatiche della vita nei campi di un tempo neanche troppo lontano.

A Cà Tassi, invece, in un antico podere rurale ristrutturato secondo i criteri della bioedilizia e completamente ecosostenibile, è esposta una ricca collezione di fossili e minerali mentre, all’esterno, è possibile toccare un vero pannello solare ed una meridiana. Il tutto affiancato da pannelli Illustrativi.

PERCORSI ESCURSIONISTICI

Il cuore della Riserva è costituito da un’ampia conca nella quale emergono una ventina di apparati tra coni e polle. Quest’area, l’unica a tutela integrale, non è tanto grande ma tutt’attorno si sviluppano una serie di sentieri ben segnalati che permettono di fare varie passeggiate e di trascorrere così un’intera giornata nella natura. Inoltre, nei pressi dei centri visitatori, ci sono i tavolini dove potersi fermare per un pic-nic.

Il “percorso tipo” che solitamente si fa è quello ad anello che parte dal parcheggio del Pioppo, prosegue costeggiando la strada all’ombra della vegetazione (Sentiero del Riccio) fino al bivio dove si gira a destra sul Sentiero delle Libellule che conduce al centro visite di Cà Rossa. Si scende percorrendo la strada sterrata e subito appaiono i primi vulcanetti. Dopo un breve tratto sulla strada asfaltata troverete l’ingresso con la mappa. Qui inizia il sentiero, in parte su passerelle di legno ed in parte sulla terra battuta, che si snoda nella Riserva integrale. Una volta attraversata, si supera un minuscolo ponticello e si sale lungo la strada lastricata verso Cà Tassi. Qui si fa una sosta poi si può ridiscendere al parcheggio lungo la strada lastricata ed il sentiero che costeggia la strada asfaltata percorso all’inizio. Oppure si può continuare sul Sentiero del Tasso per vedere i Calanchi e ammirare il panorama di Modena dall’alto.

NON SOLO SALSE: I CALANCHI

Percorrendo il sentiero che parte da Cà Tassi, dopo una breve camminata in salita, si arriva ad una radura dove si ha un’ottima vista della città ma soprattutto si può ammirare un’altra particolarità della zona: i Calanchi.

Nel 2016 la Regione ha riconosciuto nell’area un geosito prioritario per la presenza non solo dei vulcani di fango ma anche dei calanchi.

Da un punto di vista geomorfologico i calanchi sono definiti “il risultato dell’erosione del terreno prodotta per effetto del dilavamento delle acque sulle rocce argillose degradate che, avendo scarsa copertura vegetale, sono poco protette dal ruscellamento”. Traduzione: i calanchi sono dei profondi solchi nel terreno lungo il fianco di una collina e sui quali non cresce nulla.

I calanchi possono avere creste sottili denominate a “lama di coltello” che rappresentano lo stadio iniziale dell’erosione, e altre più tondeggianti chiamate “biancane” o a “dorso di elefante” tipiche di stadi erosivi più maturi. Quelle che si possono ammirare qui sono principalmente a lama di coltello.

Altri importanti siti dove si possono osservare i calanchi sono il “Parco dei Gessi” a Bologna, la Riserva di Montalbano Jonico (Matera), in Val d’Orcia (Toscana) e a Caltagirone in Sicilia.

LE REGOLE DEL PARCO

L’ingresso al parco è gratuito e ad accesso libero, non ci sono cancelli o recinzioni a protezione della zona. Tuttavia, nell’area a riserva integrale, è vietato l’accesso in caso di pioggia e nelle 24 ore successive, e 1 ora prima dell’alba e 1 ora dopo il tramonto.

Per preservare l’integrità del parco, è inoltre vietato uscire dai sentieri predisposti per la visita, asportare fango e gettare oggetti nelle polle (compresi i sassi!!!!).

COME ARRIVARE

Ci sono due ampi parcheggi gratuiti alla base del parco. Nei weekend di primavera potrebbero essere pieni perché questa è una tipica meta per i modenesi che vogliono allontanarsi un po’ dal caos cittadino.

E’ possibile lasciare l’auto anche nei pressi del ristorante “da Guido”, ma solo a bordo carreggiata perché il parcheggio è riservato ai clienti del ristorante.

DOVE MANGIARE

Nei presi dei due centri visitatori ci sono i tavolini da pic-nic e fontanelle dove fare scorta di acqua. 
Ci sono anche due ristoranti:

  • “da Guido” che offre cucina tipica (tel 0536-920727)
  • “Arnold’s Pub” che si presenta più come birreria/trattoria (0536-921055)
  • “Prà Rosso”, un po’ più distante, ottimo agriturismo che offre anche camere accoglienti (guarda)

QUANDO ANDARE, COME VESTIRSI E COSA PORTARE

L’area della Riserva integrale, il cuore del parco, è completamente sotto il sole! Quindi suggerisco di evitare le ore centrali della giornata. Se non potete fare diversamente, indossate cappellino e un buon strato di crema da sole. Inoltre, poiché si trova all’interno della depressione, in estate l’afa si fa sentire, meglio portarsi anche una borraccia di acqua (ci sono varie fontane nei punti strategici del parco).

Infine suggerisco una bella spruzzata di repellente per gli insetti e di indossare scarpe comode, meglio se da trekking.

CURIOSITA’

Vi ricordate la bella canzone di Giorgia “Quando una stella muore”? il video con lei vestita di nero è stato girato proprio qui!!! Le altre riprese sono state realizzate in Veneto al Parco Naturale delle Cascate di Molina e al Ponte di Veja, un immenso arco di pietra naturale.

COSA FARE DOPO?

Se questa giornata vi ha lasciato ancora un po’ di energie, a un paio di km dalle Salse è possibile visitare il Castello di Spezzano. Questo per noi è un luogo magico perché qui abbiamo fatto il ricevimento di nozze.

Oppure il Santuario della Beata Vergine, a Fiorano, che offre anche un’ampia vista panoramica sulla pianura.

CONTATTI E LINK UTILI:

www.fioranoturismo.it

http://www.parchiemiliacentrale.it/riserva.salse.nirano/

Centro Visite Cà Tassi, tel. 0536 921214 (domenica)
Ecomuseo Cà Rossa, tel. 0536 1856424 (domenica)

Laboratori & eventi: ECOSAPIENS tel 0522/343238 – 342/8677118 salse.nirano@fiorano.it

(contatti aggiornati a luglio 2020)

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