Katmai Alaska
ALASKA,  STATI UNITI

“Alaska, land of bear”

Al Katmai N.P. puoi veramente sentire l’Alaska più selvaggia, 
qui hai la strana sensazione di essere davvero arrivato all’ultima frontiera. 
Intorno a te il nulla, solo la potenza della natura.

Katmai è una meta per pochi. In tutti i sensi. Ci si può arrivare solo in volo, e non con tutti i mezzi ma solo in idrovolante. Le uniche piste di atterraggio sono gli specchi d’acqua dei grandi laghi o la spiaggia. Non ci sono insediamenti umani ad esclusioni di un paio di basi dei ranger e qualche cabin per gli appassionati di fotografia naturalistica e per qualche matto pescatore. Il centro abitato più vicino è King Salmon, un paesotto di appena 400 anime. A Katmai si va per avere un incontro ravvicinato con il Re del bosco, sua maestà il grande Orso Bruno.

1. La nostra esperienza

Oggi è una giornata speciale, ci attende l’escursione al Katmai National Park and Preserve. Aspetto questo momento da 8 anni e finalmente ci siamo!

Dobbiamo essere all’Hangar della Katmailand alle 6.00 per il check-in. Pesano noi e i bagagli e ci assegnano i posti a sedere in modo da equilibrare i pesi. L’aereo è così piccolo che sembra un giocattolo. Ci sono 9 posti più il posto accanto al pilota. Ma è presurizzato come gli aerei di linea, ci dicono di stare tranquilli. Per fortuna che in cielo non c’è una nuvola!

Partiamo con un po’ di ritardo ed il volo è tranquillo e piacevole. Sorvoliamo catene montuose innevate e baie incontaminate. Non c’è segno di presenza umana da nessuna parte. Dopo circa 1 ora e mezza finalmente atterriamo…esattamente nel nulla!!! Non siamo, infatti, atterrati a King Salmon come previsto, ma in mezzo alle montagne, su una pista di sassi, perché sulla cittadina di King Salmon c’era la nebbia ed era pericoloso. Scopriamo poi di essere arrivati a Kulik, una base dei Ranger con alcune cabin (capanni in legno per dormire, senza acqua e servizi igienici) che vengono affittate ai turisti-pescatori. Ci sono un paio di jeep sgangherate che ci portano in riva al lago dove ci attende il nostro secondo mezzo di trasporto, l’idrovolante. Sorvoliamo alte colline color smeraldo e specchi d’acqua blu notte. Il rumore dell’elica è assordante ma il panorama è mozzafiato.

Dopo mezzora di volo arriviamo a Brooks Falls. Anche qui non c’è nulla, solo il visitor center e qualche cabin. Appena si arriva è obbligatorio seguire la lezione del ranger sui comportamenti da seguire in caso di incontri ravvicinati con gli orsi. Eh sì perché qui il rischio è reale e concreto. Per di più non si poteva portare in aereo lo spray anti-orso e qui non lo vendono. Il ranger ci assicura che se si seguono le regole non c’è nulla da temere. In questo periodo sono indaffarati a pescare e a mettere su peso per l’inverno, ma qualche curiosone che vuole giocare si potrebbe sempre trovare. Mi chiedo se non siamo stati azzardati a portare Marianna in un posto così selvaggio e potenzialmente pericoloso. Infatti i ranger armati non accompagnano i turisti ma presiedono solo alcune aree del Parco. Quando ho prenotato ho chiesto espressamente se sarebbe stato pericoloso per Marianna. Mi rispondono che NON è richiesta un’età minima ma deve essere grande abbastanza per capire e seguire le regole, e poiché Marianna ha 6 anni mi dicono di stare tranquilla. Ma loro sono abituati alla convivenza con gli orsi, noi un po’ meno! Poi vediamo che ci sono altri bambini (anche se tutti più grandi di Marianna) e ci facciamo coraggio.

Scarica la mappa di Brooks Camp

Per prima cosa dobbiamo lasciare tutto il cibo e le cose profumate (quindi anche le salviette umidificate ecc…) nell’apposito bear storage (un capanno con la chiusura anti-orso) per evitare che i plantigradi vengano attirati dagli odori. Nel frattempo mamma orsa con i suoi due cuccioli passa a meno di 5 metri da noi, sulla spiaggia dov’è ormeggiato il nostro idrovolante. Che emozione! Carichi partiamo.

Attraversiamo la Lower River Platform ma non ci fermiamo perché ci vogliamo accodare ad un gruppetto di 5 turisti, due dei quali hanno un’attrezzatura fotografica da veri documentaristi, degne della Rai. Una delle regole di sicurezza, infatti, è mai girare soli.

Siamo ancora sulla strada sterrata che conduce al Lake Brooks quando la ragazza davanti al gruppo sussurra “Bear on the path!!!”. Mi tremano le gambe, prendo in braccio Marianna e seguo le indicazioni del renger come i nostri compagni: ci fermiamo immobili ed in silenzio ai bordi del sentiero e lui, scambiandoci qualche occhiata, passa indisturbato!

Percorriamo il Brooks Falls Trail con un occhio in avanti e uno dietro a controllare che nessuno ci segua…lungo il sentiero vediamo vari giacigli con mucchi di pelo di orso (qualche peletto verrà pure a casa con noi). Arriviamo alle piattaforme. Sono due: la Falls Platform che è proprio accanto alla cascata e la Riffles Platform poco sotto. Per entrambe l’ingresso è consentito ad un massimo di 40 visitatori per volta e per la durata massima di 1 ora. Si lascia il proprio nome al ranger che, quando è il tuo turno, apre il cancello anti-intrusione e ti permette di entrare.

Puntiamo dritti al pezzo forte, la Falls Platform. Non dobbiamo aspettare tanto e finalmente…ECCO IL NOSTRO DOCUMENTARIO.

Katmai Alaska

Nel torrente ci sono contemporaneamente 9 orsi intenti a pescare. E’ facile individuare la gerarchia perché i maschi alfa, quelli più grossi e dominanti, si trovano nel punto migliore per la pesca (cioè quello subito sotto la cascata) dove l’acqua crea mulinelli che trattengono i pesci stremati dai tentativi di salto falliti. Un forte maschio in salute può mangiare fino a 30 pesci al giorno. In cima alla cascata, in equilibrio precario e dove le probabilità di prendere un pesce al volo sono scarse, ci sono gli esemplari più giovani. Gli esemplari più vecchi, invece, si trovano un po’ più a valle, relegati a mangiare gli scarti lasciati dagli altri. Sempre che la corrente porti loro qualcosa. In questo periodo di abbondanza, infatti, gli orsi mangiano solo la testa e la pelle del pesce perché sono le parti più grasse.

Nel frattempo assistiamo ad una scena da National Geographic: un orso giovane è riuscito a pescare un pesce, si è messo in disparte per mangiarlo e appena si è distratto è arrivata una gigantesca aquila calva a rubargli il piatto. Emozionante! Sotto alla piattaforma giocano e scorrazzano un paio di bei maschioni mentre qualcun altro resta sdraiato sulla riva in attesa del proprio turno per pescare!

Infatti qui non c’è bisogno di binocoli per vederli: quelli sotto la piattaforma saranno a un paio di metri dai nostri piedi mentre il più lontano, sulla cascata, sarà al massimo ad una cinquantina di metri.

Purtroppo è terminato il tempo, la ranger ci viene a chiamare e ci avvisa che possiamo rimetterci in fila per il prossimo turno. Intanto andiamo a vedere i pannelli illustrativi che sono all’inizio della passerella e poi andiamo a vedere gli orsi vecchiotti sull’altra piattaforma (Riffles Platform).

Abbiamo fame e decidiamo di rientrare. Mentre camminiamo nella boscaglia cantiamo l’Alligalli a squarcia gola per avvisare gli orsi che stiamo passando. Ma sulla strada sterrata ecco sbucare un orso dal boschetto. In quel momento, dalla paura, ho scordato tutte le raccomandazioni dei ranger. Il mio istinto di sopravvivenza mi diceva di aumentare il passo per andarmene. Per fortuna Daniele ha mantenuto i nervi saldi e ci ha fatto fare le cose giuste: fermarci e fare silenzio. Tant’è che l’orso così com’è venuto se n’è andato. Ma che paura! Le gambe hanno smesso di tremare quando sono tornata in Italia.

Per fortuna che quando ho prenotato mi avevano detto che non era pericoloso… chi si immaginava di fare due avvistamenti così ravvicinati!?!?! Poi quando arriviamo al ristorante, parlando con i nostri vicini di tavolo e successivamente con i compagni in aereo, scopriamo che siamo gli unici a essere stati così “fortunati”. Nessuno ha fatto questi incontri, mentre noi ben due, sia all’andata che al ritorno. Con il senno di poi credo che il concetto di “a contatto con la natura” andrebbe gestito con più sicurezza e responsabilità sia dall’Ente Parco che dai Tour Operator, soprattutto nei confronti di chi, come noi, viaggia con bambini.

Il pasto, compreso nel prezzo dell’escursione, è a buffet. Non c’è molta scelta ma è più che sufficiente per sfamarci. Dopo pranzo andiamo a rilassarci sulla piattaforma vicino al campo (Lower River Platform). Si tratta di un lungo ponte sul fiume Brooks con panche in legno e punti di osservazione, e un doppio cancello di sicurezza alle estremità. C’è un bimbo che corre che non avrà più di 3 anni. Allora non siamo gli unici genitori pazzi!!! Qui ci sentiamo al sicuro e ci divertiamo tantissimo nell’ammirare mamma orsa con i suoi cucciolotti paffutelli. Ci sono anche due giovani adolescenti che un po’ giocano e un po’ pescano. Che meraviglia! I salmoni che passano sotto al ponte, siamo nel cuore della stagione della risalita dei salmoni reali (King Salmon), sono veramente grandi. Non hanno ancora il ventre rosso, quello accade con la deposizione delle uova, poco prima della loro morte.

Katmai Alaska

Fa un caldo tremendo e ce ne andiamo dal ponte assolato. Il termometro posto fuori dal ristorante segna 32°. Mai avrei immaginato un caldo così in Alaska!!! Ci sarebbe piaciuto fare l’Oxbow Overlook Trail fino al Cultural Site che ci sembrava molto interessante, ma l’idea di addentrarci soli nella boscaglia proprio non ci piace. Così facciamo due passi sulla spiaggia del Naknek Lake dove sono ormeggiati un paio di idrovolanti ma il ranger ci richiama perché dobbiamo stare più lontani rispetto alla boscaglia (dove ci sono pure le cabin del campo) per evitare che un eventuale orso ci sorprenda. Ne abbiamo avuto abbastanza e ci rifugiamo al fresco nel visitor center dove compriamo un paio di libri per bambini sugli orsi e la spilletta del parco da attaccare sul cappello di Marianna.

E’ giunto il momento di rientrare. Risaliamo sul nostro idrovolante a 5 posti che ci porterà a King Salmon (la nebbia non c’è più), un breve tragitto su un vecchio scuolabus fino all’hangar e poi via di nuovo sul nostro mini aeroplano fino ad Anchorage. Arriviamo ad Anchorage verso le 18.30, stanchi, sudati, impolverati ma felici!

Questa escursione passerà alla storia come la più selvaggia, emozionante, pericolosa, avventurosa mai fatta.
Con il senno di poi la rifarei solo se accompagnati dal ranger. La Lower Platform regala grandi emozioni e potrebbe valere il viaggio anche da sola. Ma gli orsi alle cascate sono uno spettacolo mozzafiato che dal vivo è possibile vedere solo qui.

 

Se vuoi saperne di più sugli orsi, le loro abitudini e caratteristiche, leggi il post “Sua maestà, l’ORSO

2. Perchè andare al Katmai N.P.

In questo posto ti senti davvero INTO THE WILD. In nessun altro posto dell’Alaska ho sentito di vivere THE LAST FRONTIER come qui.

3. Dove e quando andare

Ci sono vari punti dove si possono vedere gli orsi in funzione della stagione, considerando che il parco apre circa a metà giugno e chiude all’inizio di settembre. L’estate a queste latitudini è veramente molto breve.

In giugno è molto più facile avvistarli sulla spiaggia di Hallow Bay mentre vanno in cerca di (gigantesche) vongole nascoste sotto la sabbia. Devono recuperare il peso perso durante il letargo, in attesa dell’arrivo dei salmoni.

Nel periodo della risalita dei salmoni reali (King Salmon), che raggiunge l’apice nel mese di luglio, si possono vedere pescare sulle rapide di Brooks Falls. Questa è l’escursione che abbiamo fatto noi.

In agosto, invece, è possibile vederli lungo la costa di Amalik Bay in quanto inizia una nuova migrazione di salmoni, quelli delle specie Chum, Pink e Silver Salmon.

Infine in settembre è possibile vederli nuovamente a Brooks Falls. Man mano che i pesci si indeboliscono e muoiono, gli orsi ritornano al fiume Brooks per nutrirsi e fare il pieno in vista dell’inverno.

La maggior parte dei turisti visita il parco in luglio, quando il meteo è più stabile, e proviene sia da Homer sia da Anchorage. In agosto, invece, si va principalmente ad Hallow Bay quasi esclusivamente da Homer perché il costo cala notevolmente in quanto il volo è molto più breve. Anche se non è il periodo di maggior concentrazione degli orsi, l’avvistamento è comunque garantito. Nei mesi di giugno e settembre, a causa della forte instabilità meteo, i turisti sono veramente pochi ovunque.

4. Come e con chi andare

Del come abbiamo già detto…aereo/idrovolante. Con chi dipende da dove si parte.

Quando si organizza questa escursione occorre mettere in conto che potrebbe subire cancellazioni o ritardi a causa del meteo. Pertanto, se si vuole assolutamente fare, sarebbe meglio avere un po’ di flessibilità sul proprio programma di viaggio. Per questo motivo noi l’abbiamo pianificata all’inizio della vacanza così, se ci fossero stati problemi, avremmo potuto plasmare il nostro itinerario di conseguenza.

Da Anchorage i più accreditati Tour Operetor sono:

https://katmailand.com/ Katmailand National Park (tour agency) – il nostro operatore. 

Scarica la brochure del Parco con i lodge, i servizi e le escursioni

https://tryggair.com/ questo operatore fornisce pacchetti su misura e per molte destinazioni. Io lo avevo contattato nel nostro primo “quasi viaggio” perché era il punto di riferimento per i naturalisti che vogliono spingersi “oltre”. Loro infatti volano anche su Dillingham, punto di partenza per vedere le colonie di trichechi di Round Island, nella baia di Togiak.

https://www.flyrusts.com/ offre la possibilità di visite alternative a Lake Clark e nella Redoubt Bay

https://regal-air.com/

https://www.trailridgeair.com/

Si trovano tutti presso il Lake Hood Seaplane Base.

Da Homer, invece, sono:

https://alaskabearviewing.com/

http://www.baldmountainair.com/

http://www.emeraldairservice.com/

https://www.smokeybayair.com/#welcome

Questa esperienza non è economica, anzi direi estremamente costosa! Per ridurre un po’ le spese si può partire da Homer che, essendo più vicino, permette di risparmiare oltre un centinaio di dollari a persona.

Se ancora non ti è venuta l’acquolina, guarda questo bellissimo video-documentario sul parco della “Explore Documentary Films

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *